Giuseppe Pelizza da Volpedo



Il Quarto Stato è un celebre dipinto realizzato dal pittore Giuseppe Pelizza da Volpedo nel 1901, fu dipinto da Pellizza tra il 1898 e il 1901 e venne acquistato per pubblica sottoscrizione dal Comune di Milano nel 1920; da allora fa parte delle Civiche Raccolte d'Arte (oggi Galleria d'Arte Moderna presso palazzo Belgiojoso Bonaparte in via Palestro).
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La versione preliminare, invece, è esposta sempre a Milano presso la Pinacoteca di Brera. Opera simbolo del XX secolo, rappresenta lo sciopero dei lavoratori ed è stata eseguita secondo la tecnica divisionista. Non solo raffigura una scena di vita sociale, ma costituisce un simbolo: il popolo, in cui trova spazio paritario anche una donna con il bambino in braccio, sta avanzando verso la luce.
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La composizione del dipinto è bilanciata nelle forme e movimentata nelle luci, rendendo perfettamente l'idea di una massa in movimento. Il dipinto ben rappresenta quei primi anni del novecento percorso dal fermento delle lotte sociali, che di lì a poco cambieranno la storia del mondo e non a caso è stato adottato per simboleggiare le idee del socialismo.

Formazione

Pellizza da Volpedo era figlio di contadini, frequentò la scuola tecnica di Castelnuovo Scrivia dove apprese i primi rudimenti del disegno. Grazie alle conoscenze ottenute con la commercializzazione dei loro prodotti, i Pellizza entrarono in contatto con i fratelli Grubicy che ne promossero l'iscrizione all'Accademia di Belle Arti di Brera dove fu allievo di Francesco Hayez e di Giuseppe Bertini.
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Contemporaneamente ricevette lezione private dal pittore Giuseppe Puricelli e successivamente divenne allievo di Pio Sanquirico. Espose per la prima volta a Brera nel 1885. Terminati gli studi milanesi, Pellizza decise di proseguire il tirocinio formativo, recandosi a Roma, dapprima all'Accademia di San Luca poi alla scuola libera di nudo all'Accademia di Francia a Villa Medici.
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Deluso da Roma, abbandonò la città prima del previsto per recarsi a Firenze, dove frequentò l'Accademia di Belle Arti con Giovanni Fattori come maestro.Alla fine dell'anno accademico ritorna a Volpedo, allo scopo di dedicarsi alla pittura dal vero attraverso lo studio della natura.
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Non ritenendosi soddisfatto della preparazione raggiunta, si recò a Bergamo, dove all'Accademia Carrara seguì i corsi privati di Cesare Tallone. Nel 1889 visitò Parigi in occasione dell'Esposizione universale. Frequentò poi l'Accademia Ligustica a Genova. Al termine di quest’ultimo tirocinio, ritornò al paese natale, dove sposò una contadina del luogo, Teresa Bidone, nel 1892. Da quello stesso anno, cominciò ad aggiungere "da Volpedo" alla propria firma.
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La maturità artistica

Il pittore in questi anni abbandona progressivamente la pittura ad impasto per adottare il divisionismo. Si confrontò così con altri pittori che usavano questa tecnica, soprattutto con Giovanni Segantini, Angelo Morbelli, Vittore Grubicy de Dragon, Plinio Nomellini, Emilio Longoni e, in parte, anche con Gaetano Previati.
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Nel 1891 espose alla Triennale di Milano, facendosi conoscere al grande pubblico. Continuò a esporre in giro per l'Italia (Esposizione Italo-Colombiana di Genova 1892, di nuovo Milano 1894). Tornò a Firenze nel 1893, vi frequentò l'Istituto di Studi Superiori, visitò poi Roma e Napoli. Nel 1900 espose a Parigi
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Lo specchio della vita
Nel 1901, portò a termine Il Quarto Stato, a cui aveva dedicato dieci anni di studi e fatica. L'opera, esposta l'anno successivo alla Quadriennale di Torino, non ottenne il riconoscimento sperato, anzi scatenò polemiche e sconcerto presso molti dei suoi amici. Deluso, finì per abbandonare i rapporti con molti letterati e artisti dell'epoca, con i quali già da tempo intratteneva fitti rapporti epistolari.
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Morto nel frattempo Segantini, nel 1904 Pellizza intraprese un viaggio in Engandina, luogo segantiano, al fine di riflettere maggiormente sulle motivazioni e sull'ispirazione del pittore da lui considerato suo maestro. Nel 1906, grazie alla sempre maggiore circolazione delle sue opere in esposizioni nazionali e internazionali, fu chiamato a Roma, dove riuscì a vendere un'opera perfino allo Stato: ‘’Il sole’’, destinato alla Galleria di Arte Moderna.
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Sembrava l'inizio di un nuovo periodo favorevole, in cui finalmente l'ambiente artistico e letterario riconosceva i temi delle sue opere. Ma l'improvvisa morte della moglie, nel 1907, gettò l'artista in una profonda crisi depressiva. Il 14 giugno dello stesso anno, non ancora quarantenne, si suicidò impiccandosi nel suo studio di Volpedo.
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Opere

Il quarto stato (Museo del Novecento di Milano)

Fiumana (Accademia di Brera di Milano)
Ambasciatori della fame (Civica Galleria d'Arte Moderna di Milano)
Il sole (Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma)
L'amore nella vita (Collezione privata a Lonedo)
Il sorgere del sole (Collezione privata a Torino)
Panni al sole (Collezione privata a Milano)
Passeggiata amorosa (Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno)
Prato fiorito (Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma)
Statua a Villa Borghese (Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Venezia)
Lo specchio della vita (E ciò che l'una fa e l'altre fanno) (Museo civico di Torino)
L'annegato (Pinacoteca Civica di Alessandria)
Idillio primaverile (Collezione privata)
Il Morticino (Museo d'Orsay di Parigi)
Sul Fienile (Collezione Privata)

Musei

Elenco dei musei che contengono opere dell'artista:
Casa-studio di Giuseppe Pellizza da Volpedo a Volpedo (AL)
Fondazione Ada e Antonio Giacomini di Motta di Livenza (TV)
Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona